Ma chi governa realmente il mondo? Alcuni indizi sul gruppo ristretto di ricchi che tira le fila del pianeta
L'obiettivo finale dell'elite è la creazione di un “villaggio globale” a
loro uso e consumo, dove la massificazione, il controllo, la cultura
univoca dell'apparire e del consumo e l'unificazione della produzione
sono i punti cardine del loro piano. Essi sono molto orgogliosi di
definirsi “internazionalisti”.
Chi decide le sorti sociali, politiche ed economiche nell’epoca della
globalizzazione? Sembra essere la domanda che meglio descrive il
periodo storico nel quale ci troviamo a vivere.
In un momento nel quale la politica sembra incapace di prospettare un
visione prospettica di lungo periodo, i potentati economici e
finanziari sembrano aver assunto il controllo totale delle strutture
governative che dovrebbero guidare il fenomeno della globalizzazione
sorto agli albori del terzo millennio.
Tutti noi, molto spesso, avvertiamo il sospetto che la politica,
soprattutto quella italiana, abbia abdicato volontariamente al suo
compito di governo, demandando le scelte fondamentali ad una elite di
potenti mossi solo dall’interesse e dal profitto, e castrando, pian
piano, le sovranità popolari garantite dalla costituzione
Al ché, la domanda seguente è quasi ovvia: ma davvero esiste un
gruppo elitario di persone oscenamente ricche in grado di controllare le
sorti del mondo?
Questi uomini e donne, in possesso di quantità enormi di denaro,
davvero sono in grado di governare il mondo da dietro le quinte? Ebbene,
la risposta a queste domande potrebbe davvero sorprenderci.
La maggior parte di noi, persone normali, tende a considerare il
denaro come un semplice strumento, grazie al quale possiamo effettuare
scambi di beni e servizi. Ma la verità è che oggi esso rappresenta una
potente arma di potere e di controllo.
Per certi aspetti, ci troviamo a vivere in un sistema neo-feudale,
nel quale una ristretta elite di super ricchi è capace di condizionare
l’andamento del nostro pianeta, incidendo sul suo sviluppo sociale,
politico ed economico, cioè, sono in grado di determinare l’andamento
della storia.
In un contributo offerto al
Sole 24 Ore, Guido Rossi, avvocato e giurista, nonché eminente attore della vita economica italiana, scrive testualmente:
“Quella attuale è la nuova forma di
feudalesimo, che sottrae la sovranità agli Stati e alle sue istituzioni:
si potrà forse dire non schiave, ma ridotte spesso, con ingiustificata
presunzione, a semplici esecutori di politiche economiche, monetarie e
sociali, imposte non certo democraticamente dal di fuori.
Il trasferimento della sovranità
dello Stato democratico al Leviatano tecnocratico della troika (composta
dalla Bce, l’Fmi e le istituzioni europee dominate dall’ideologia
cultural-politica tedesca, che impone punizioni e austerità agli Stati
peccatori), passaggio invero che sembra obbligato per arrivare all’unica
possibile soluzione di un’Europa politicamente unita e democratica,
comporta quindi una revisione totale dei diritti dei cittadini e delle
istituzioni democratiche, assopite nelle loro funzioni e dedite ormai
solo all’esecuzione delle decisioni di gerarchie esterne e fuorvianti”.

Pare chiaro, che quando si parla di ultra-ricchi, non si sta parlando
semplicemente di persone che hanno a disposizione qualche milione di
dollari o euro.
Si tratta di gruppi di persone con tanto denaro da poter acquistare
tutti i beni e i servizi prodotti in Europa e negli Stati Uniti nel
corso di un intero anno e di essere in grado di “coprire” tutti i debiti
pubblici dei paesi occidentali. Parliamo di somme di danaro così
imponenti, che ci è difficile anche solo concepirle.
In base a tale sistema neo-feudale, tutti gli altri abitanti del
pianeta che non fanno parte di questa elite, compresi i nostri governi,
diventano schiavi di costoro grazie al malefico sistema del “Debito
Pubblico”.
Basta guardarsi intorno per rendersi conto di quello che sta
succedendo: tutti i paesi del mondo annegano nel debito, e tutto
l’ammontare del debito non fa altro che rendere gli ultra-ricchi ancora
più ricchi.
Ma costoro non si accontentano di sedersi beati sulla loro oscene
montagne di denaro. Essi fanno della loro ricchezza uno strumento
straordinario per dominare gli affari delle nazioni.
Con mirati e studiati movimenti di denaro, possono influenzare
l’andamento dei titoli di stato, l’andamento della borsa e far salire o
scendere il famigerato “spread”. Per non parlare poi delle agenzie di
rating, le quali, con valutazioni apparentemente arbitrarie,
condizionano pesantemente il flusso degli investimenti in un determinato
paese.
L’elite dei Paperoni possiede praticamente ogni grande banca e ogni
grande società multinazionale del pianeta. Usano una vasta rete di
società segrete, gruppi di riflessione e organizzazioni di beneficenza
per promuovere e portare avanti la loro “agenda” e per fidalizzare
sempre di più i loro membri
Ma le ricadute del controllo dell’Elite non è solo economica.
Attraverso i diritti di proprietà da loro posseduti sui mezzi di
comunicazione e il dominio sul sistema di istruzione, essi influenzano
il modo di vedere e interpretare il mondo, proponendo un “cultura”
univoca che diventa sempre più dominante, e che sempre più si allontana
dall’idea naturale di “umanità”.
Con il loro denaro, finanziano le campagne dei nostri politici, che
una volta eletti, non tradiranno le aspettative dei loro mentori. Grazie
a questi fedeli “faccendieri”, l’elite è in grado di influenzare
organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, il Fondo Monetario
Internazionale, la Banca Mondiale e l’OMC.
Se si fa un passo indietro per avere una visione generale del quadro,
non si ha più alcun dubbio su chi gestisce il mondo. Grazie alle armi
di “distrazione” di massa, buona parte dell’umanità non è in grado di
percepire il magistrale disegno occulto; altri, invece, sono talemente
assuefatti e appagati dal sistema che farebbero di tutto pur di
difenderlo.
Ma quanti soldi hanno gli ultra-ricchi?
Non dobbiamo pensare che gli ultra-ricchi depositino i loro soldi
nelle banche nazionali come facciamo noi. Essi hanno il privilegio di
possedere conti correnti nei cosiddetti “paradisi fiscali”, nei quali la
tassazione è del tutto ridicola o, praticamente, assente.
Quindi, costoro, non solo riempiono i loro depositi con i soldi
maturati grazie all’infausto meccanismo del debito pubblico, ma si
sottraggono anche alla tassazione nazionale (ormai giunta a più del
55%), evitando di sostenere i servizi utili alla collettività, quali la
sanità, la sicurezza o l’istruzione.
Nonostante ci continuano a mentire parlandoci di una crisi creata a
tavolino, l’elite globale ha davvero accumulato una ricchezza
considerevole nell’ultimo periodo. Di seguito, uno stralcio tratto da un
articolo proposto dall’
Huffington Post del 7 luglio 2012, a firma di Chris Vellacott della Reuters:
“Secondo una ricerca pubblicata nel
mese di luglio 2012, gli individui ricchi e le loro famiglie hanno più
di 32 mila miliardi di dollari di attività finanziarie nascosti in
paradisi fiscali off-shore, con una perdita fiscale pari a 280 miliardi
di dollari l’anno.
Lo studio stima l’entità della
ricchezza privata globale detenuta in conti correnti off-shore, senza
contare le attività non-finanziarie, come i patrimoni immobiliari,
l’oro, e i beni mobili, che aggiungerebbero all’entrate dell’erario tra i
21 e i 32 miliardi di dollari.
La ricerca è stata condotta grazie
alle pressioni del gruppo Tax Justice Network, che si batte contro i
paradisi fiscali, guidata da James Henry, ex capo economista della
McKinsey & Co.
Per realizzare le stime, si sono
utilizzati i dati della Banca Mondiale, del Fondo Monetario
Internazionale, delle Nazioni Unite e delle Banche Centrali. Secondo
Henry, la ricchezza detenuta all’estero rappresenta un buco enorme per
l’economia mondiale”.
Ma, come detto in precedenza, il problema non è solo la mastodontica
quantità di denaro posseduta dall’elite. Nel corso del tempo, costoro
hanno acquistato praticamente ogni grande banca e ogni grande compagnia
del pianeta.
In un’eccezionale articolo comparso su
NewScientist
il 24 ottobre del 2011 è riportato uno studio su oltre 40 mila aziende
transnazionali condotto dal Politecnico Federale di Zurigo.
L’analisi rivela che le relazioni esistenti tra le imprese messe
sotto osservazione creano un nucleo che fa riferimento ad un gruppo
molto ristretto di grandi banche e società che domina l’intero sistema
economico globale. I ricercatori hanno scoperto che questo nucleo
centrale è costituito da sole 147 aziende, intrecciate in una trama
molto stretta:
“Quando il gruppo di ricerca ha
cominciato a districare l’enorme rete di proprietà, è risalito ad una
‘super-entità’ costituita da 147 società. Tutta la proprietà di queste
aziende è detenuta dai membri di questa super-entità che controlla il
40% della ricchezza totale del nucleo.
La maggioranza proprietaria della
rete è detenuta da istituzioni finanziarie, mentre solo l’1% è detenuto
dalle imprese stesse. In cima alla lista ci sono 20 banche, tra le quali
Barclays Bank, JPMorgan Chase & Co, e The Goldman Sachs Group”. [
Vedi la lista completa].
Il potere e il controllo esercitato da questo gruppo ristretto di
persone è veramente notevole e difficile da descrivere. Quello che
impressione è il fatto che non parliamo di fatti accaduti oggi, ma che
si perdono nelle piaghe della storia. Senza andare troppo indietro nel
tempo, riportiamo alcune della parole proferite da Jonh F. Hylan, ex
sindaco di New York, in un
discorso del lontano 1922:
“La minaccia reale per la nostra
Repubblica è il governo invisibile, che come una piovra gigante estende i
suoi tentacoli viscidi sulle nostre città, stati e nazioni. Senza fare
facili generalizzazioni, lasciatemi dire che a capo di questa piovra
sono i Rockefeller- Standard Oil, più un gruppo di potenti finanziari
generalmente indicati come “banchieri internazionali”. Questa piccola
cricca di potenti banchieri praticamente usa il governo degli Stati
Uniti per i loro scopi egoistici.
Controllano entrambe le parti
politiche, scrivono l’agenda di governo, inseriscono nelle istituzioni i
loro uomini [...] Hanno la maggioranza dei giornali e delle riviste di
questo paese, utilizzando l’informazione per influenzare la nomina delle
principali cariche pubbliche.
Operano sotto la copertura di uno
schermo, controllano i nostri dirigenti, gli organi legislativi, le
scuole, i tribunali e ogni agenzia creata per la sicurezza pubblica.
Costoro hanno creato le banche
centrali in tutto il mondo (tra cui la Federal Reserve), usandole per
imprigionare i governi nazionali in un ciclo di debito da cui non c’è
scampo. Il debito pubblico è un modo “legale” per prendersi i nostri
soldi attraverso le tasse, per poi essere trasferiti nelle tasche degli
ultra-ricchi”.
Nonostante sia stato proclamato nel 1922, questo discorso si adatta perfettamente alla situazione attuale. Anche
John F. Kennedy,
ex presidente degli Stati Uniti assassinato in circostanze misteriose,
ebbe a dire qualcosa sui poteri occulti e sul senso dell’economia nello
stato moderno:
Ma gli ultra-ricchi banchieri non hanno in mente solo gli Stati
Uniti. Il loro obiettivo è quello di creare un sistema finanziario
globale dominato e controllato da loro. Illuminanti le parole di Carrol
Quigley, professore di storia presso la Georgetown University:
“Il potere del capitalismo
finanziario ha un obiettivo di vasta portata: niente meno che creare un
sistema mondiale di controllo finanziario in mani provate in grado di
dominare il sistema politico di ogni paese e l’economia del mondo nel
suo complesso.
Questo sistema deve essere gestito in
maniera feudale dalle banche centrali del mondo, le quali agiscono in
coordinamento tramite accordi segreti stipulati nelle frequenti riunioni
e conferenze a porte chiuse”.
E’ chiaro che l’obiettivo finale dell’elite è la creazione di un
“villaggio globale” a loro uso e consumo, dove la massificazione, il
controllo, la cultura univoca dell’apparire e del consumo e
l’unificazione della produzione sono i punti cardine del loro piano.
Essi sono molto orgogliosi di definirsi “internazionalisti”.
Sarebbe bello pensare che alle prossime elezioni italiane, o di
qualsiasi altro paese del mondo, siano i cittadini a decidere come
gestire il bene comune. Ma purtroppo non è così. I programmi di governo
sono stabiliti da una fitta agenzia organizzata dalle Banche Centrali e
dai potentati finanziari.
Questo spiega come mai in questa campagna elettorale non si è ancora
parlato di un solo contenuto e progetto per il futuro! Destra, Sinistra e
fronde, risultano praticamente uguali, interessate solo a conservare
una poltrona in parlamento, garanzia di sicuro arricchimento.
Eh già, perchè i nostri politici mica sono fessi! A costoro, gente
senza dignità, amor di patria e amor di umanità, preferiscono essere
asserviti a gente che può garantire loro enormi mucchi di denaro (vedi
scandalo Monte Paschi e altri), piuttosto che lottare per il bene del
paese e il progresso della società.
Tratto da:
http://www.ilnavigatorecurioso.it