Non crea una banca pubblica? E io denuncio lo stato.
Per «dolosa omissione governativa», coperta da «combutta del silenzio tra mass media, istituzioni, politica», l’avvocato Marco Della Luna annuncia
che, insieme a Loris Palmerini, sta lavorando alla redazione di una
denuncia alla Corte dei Conti per “danno erariale”. Un buco colossale,
da 80 miliardi di euro l’anno. E’ quanto lo Stato potrebbe
“risparmiare”, tagliando di colpo il debito pubblico, semplicemente
facendo ricorso all’articolo 123 del Tue, il Trattato di Maastricht,
fondativo dell’Unione Europea. Il trattato, scrive Della Luna nel suo
blog, «consente agli Stati dell’Eurozona di dotarsi di una banca statale
e di usarla per finanziarsi presso la Bce ai tassi che questa pratica
alle banche, cioè ora allo 0,25%». Risultato: «Lo Stato italiano
potrebbe così risparmiare circa 80 miliardi l’anno». Perché nessuno si
decide a imboccare questa strada? Germania e Francia già lo fanno,
evitando di tassare a morte i cittadini e svendere il patrimonio
nazionale a colpi di privatizzazioni.
A far impennare i tassi di
interesse, il deficit e l’indebitamento pubblico, scatenando il
declassamento del nostro paese, ricorda Della Luna, è stata Bankitalia
innanzitutto la scelta, già nel 1981, di rinunciare alla sovranità
pubblica della Banca d’Italia, che garantiva lo Stato, costringendo in
tal modo il governo a finanziare il proprio debito pubblico sui mercati
finanziari speculativi internazionali. «Prima, il debito pubblico era
sotto controllo. Da allora in poi, e sempre più, l’impennata dei
rendimenti sta operando un massiccio trasferimento di redditi e asset,
attraverso le tasse e i tassi, dalla popolazione generale e dal settore
pubblico alla comunità bancaria-finanziaria sovranazionale». L’Italia ha
un forte avanzo primario. E il suo deficit, gonfiato dagli interessi
passivi, è arrivato a 2.100 miliardi. Tutto questo serve solo a
«“mungere” il lavoro e il risparmio degli italiani, anche attraverso un
artificioso liquidity crunch che li costringe a svendere e a svendersi».
Questo drammatico travaso, continua
Della Luna, è aggravato in modo decisivo dal sistema dell’euro: la Bce
ha infatti prestato migliaia di miliardi allo 0,50% non più allo Stato
ma alle banche. Denaro col quale gli istituti di credito comprano Btp
che rendono anche oltre il 4%. Se questa è la regola aberrante
dell’Eurozona – privilegiare le banche e colpire lo Stato – è pur vero
però che il Trattato di Maastricht concede una scappatoia: lo Stato può
farsi prestare gli euro direttamente dalla Bce attraverso una banca
pubblica, o di cui sia comunque azionista di maggioranza. Perché i
governi non vogliono approfittarne, salvando le finanze pubbliche senza
più imporre “sacrifici umani”, super-tasse e tagli ai servizi vitali?
«Perché sono al servizio degli stessi beneficiari di questo travaso», si
risponde Della Luna, secondo cui l’ormai lontano divorzio tra Tesoro e
Bankitalia resta una tappa fondamentale, Marco Della Lunasulla via della
soppressione della sovranità monetaria e quindi della democrazia,
insieme a Maastricht, all’euro, al Fiscal Compact.
Una tappa fondamentale «non solo
per la destabilizzazione finanziaria permanente dell’Italia e il suo
perpetuo sfruttamento», ma anche per «la sottomissione politica
dell’Italia al potere e all’interesse finanziario: è il grande golpe
iniziale, rispetto a cui quelli recenti e ripetuti di Napolitano sono
solo sotto-golpe attuativi». Due analisti indipendenti come Giovanni
Zibordi e Claudio Bertoni hanno ottenuto conferma dalla Bce: se solo
volesse, l’Italia potrebbe ottenere denaro a interesse bassissimo dalla
Banca Centrale Europea, tagliando il debito di decine di miliardi
l’anno, proprio in base all’articolo 123 del Tue. Obiettivo teoricamente
a portata di mano, ma secondo Della Luna in realtà non realizzabile,
perché «va contro gli interessi e i poteri che hanno, con successo e
profitto, realizzato quanto sopra, acquisendo il dominio delle
istituzioni nazionali ed europee».
Fonte: libreidee.org
Tratto da: nexusedizioni.it
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