sabato 5 ottobre 2013

E' Una Fine oppure Un Inizio..?

ripostato da: nexusedizioni.it

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QUANDO TUTTO FINISCE (E IL SOLE SPLENDE)

Governi e mercati in fibrillazione, Washington verso la bancarotta, politica italiana nel caos, il passato che non passa, il Nuovo che si fa attendere ma in vero è già qua. E il Sole, incurante dei pensieri umani e delle afflizioni (volontarie) terrene, splende come non faceva da tempo, regalando ai suoi italici figli un lieve calore autunnale, mentre le nuvole, sue sorelle, riacquistano la forma che sembrava perduta. Ma dura poche ore: se il Sole non si può spegnere, le nuvole possono subire i danni delle irrorazioni chimiche autorizzate dalle autorità. Umani: si fanno del male e si piangono addosso e, quando possono, nominano persino qualcuno a far loro del male al posto proprio, scordando (o fingendo di scordare) che questi è un esecutore della loro volontà. Eppure, che c’è di male se un governo rischia la bancarotta?
Vale per i miei lettori italici, che osservano con ansia, con noia, con rabbia, con disperazione, con frustrazione il governicchio di larghe intese naufragare… non contro l’Iceberg, ma per delle falle interne alla nave. Vale per gli osservatori stranieri, meno attenti alle dinamiche del Bel Paese, e più interessati a quanto accade oltreoceano, dove, allo scoccare della Mezzanotte, la carrozza di Cenerentola è tornata alla Casa Bianca senza un accordo tra democratici e repubblicani. Il risultato? Uno shutdown, che per il lettore italico è un fenomeno extraterrestre, tutt’al più associabile alla sparatoria di un film western o ad un panino con hamburger, insalata e salsa tartara. Per chi non mastica l’inglese (e quindi neanche l’hamburger) si tratta della chiusura del governo federale, temporaneamente costretto a lasciare a casa 800mila dipendenti pubblici, chiudere i parchi ed i musei, sospendere molte procedure burocratiche ed amministrative. Se non ci sarà un innalzamento del tetto del debito, scrivono i giornali, anche in Italia, per gli Usa sarà il default (cioè la bancarotta). Insomma, come se non bastasse il fallimento degli USA come superpotenza, ora tocca loro affrontare l’umiliazione di finire in bancarotta finanziaria. Un evento da accompagnarsi, magari, al definitivo tracollo del dollaro. Ah, l’Amero, la moneta unica dell’Unione Nord Americana, potrebbe ricordare qualcuno che non legge i giornali ma naviga nel web da qualche anno. Forse, o forse l’Euro-Dollaro, come naturale risultato della fine dell’Euro, oltre che del verdone: una Unione Transatlantica, al di sopra di Washington e di Bruxelles, con un potere decisionale che, di riflesso, si impone anche sui singoli stati europei. Non un futuro distopico, ma un presente possibile, a cui Bruxelles e Washington starebbero lavorando dal 2007, prima dello scoppio della crisi… ma non più probabile, forse, dopo che lo scandalo Datagate ha fatto naufragare l’Accordo transatlantico di libero scambio (TTIP) che ci avrebbe portato verso i nuovi (vecchi) lidi della globalizzazione. E ancora una volta, sembra esserci l’ombra di Mosca, che ad Edward Snowden ha concesso ospitalità e sostegno. Ancora quel Vladimir Putin che, dalle colonne del New York Times, ha ottenuto il consenso dell’opinione pubblica statunitense per una soluzione pacifica alla “crisi” siriana. Tanto che oggi c’è chi propone l’inquilino del Cremlino, fino a ieri accusato di reprimere i dissidenti e di tiranneggiare sulla Cecenia, come premio Nobel per la Pace, magari revocandolo a Barack Obama. Insomma, non il massimo della forma per il governo USA che, dopo essersi mostrato al Mondo e ai suoi cittadini per il tiranno che è (Datagate e Siria docent), può dichiarare la propria bancarotta finanziaria come ufficializzazione della fine di un Sistema. La fine di un Mondo che era già finito ma che ancora permaneva e permane nella mente dei suoi cittadini, contribuenti, consumatori… coloro che finora l’hanno proiettato all’esterno di sé, per costruire una gabbia (o una culla) in cui essere contenuti senza il rischio di cadere. Ma che ora dovranno imparare a muovere le proprie gambe, un passo alla volta, magari scoprendo che il Mondo, all’esterno, non è necessariamente così malefico come ci siamo raccontati finora, per giustificare la nostra inerzia. Ecco che allora anche i miei fratelli italici non piangeranno per la fine del governo di Enrico Letta, che sta presentando le stesse dinamiche che hanno portato alla creazione di Mario Monti (come descritta benissimo e con arguzia di prove da Alberto Roccatano, un amico vero degli umani, nel suo ultimo libro), perché si accorgeranno di essere Umani e non polli da governare (e i polli, qui da noi, fanno sempre una brutta fine: licenziati, abbandonati, suicidati, Equitalizzati…). Insomma, se Silvio Berlusconi ci ha messo settantasette anni per maturare un po’ di amor patrio, non avendo mai fatto mistero di nutrire antipatia per l’Euro e per questa Europa… e se il MoVimento 5 Stelle non vuole rinunciare al suo ruolo di ariete nelle fortezze nemiche di Montecitorio e Palazzo Madama (finanche a pensare l’uscita dall’Euro, in accordo con mezza Europa e con tutti i Francesi, tranne il loro presidente)… non c’è di che piangere. In fin dei conti, qualcuno potrebbe trarre ispirazione da nuove proposte economiche e sociali. Come quella di Nicolò Bellia, che ha trovato (per fortuna) non pochi imitatori (non esiste copy-right nell’Universo infinito, esiste invece il right-of-copy, cari anglofoni!), chiamata Antropocrazia. Nuovi pensieri, nuovi nomi, nuovi traguardi… senza il Coraggio di ridisegnare la nostra semantica, quindi i nostri pensieri, le nostre stesse percezioni del Reale, quale nuovo Inizio potrà esserci? Il Sistema ce lo urla tutti i giorni: io sono Finito, sono una manifestazione di Te di cui Tu non hai più bisogno. Noi gli rispondiamo che “non c’è tempo, devo lavorare, devo correre, devo pagare le tasse”. Eppure, il Sole splende ancora e di tutto ciò non si preoccupa affatto. Messiah Pallavicini P.S. A qualcuno di voi non sfuggirà che il Governo Usa, secondo fonti plausibili, avrebbe già decretato la propria bancarotta nel gennaio del 1932, in seguito alle Convenzioni di Ginevra. Da allora, sarebbe stato sostituito con una corporation, o meglio una società in trust, che opera in condizioni di emergenza (di questo si è parlato su PuntoZero, la nostra nuova opera d’arte cartacea, di qualche numero fa). Sincronicamente, al rischio di bancarotta del governo USA si affianca quello di bancarotta della Banca dei Regolamenti Internazionali, nata in seguito alla bancarotta USA e all’affidamento dell’emissione del dollaro alla Federal Reserve. La bancarotta degli USA sarebbe, in realtà, la bancarotta di un’azienda privata, che ha rilevato gli Stati Uniti d”America… un’azienda che sarebbe stata però pignorata legalmente, come tutte le corporazioni e gli Stati iscritti alla SEC, il 25 dicembre dell’anno scorso, con lo strumento giuridico noto come One People’s Public Trust. Insomma, il Sole ha un buon motivo per esser felice, ma i suoi figli sono degli ostinati capricciosi.

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